Il vero significato della competizione
Il verbo competere ha origine dal latino cum petere:
cum significa con, insieme
petere (con l’accento sulla prima e) significa andare verso, dirigersi.
Quindi l’etimologia del verbo competere, che ritroviamo anche nell’inglese compete e nel francese competitionner, ci trasmette un’idea di collaborazione, sforzo comune per raggiungere un obiettivo insieme. Anche se non è esplicitamente presente, si ha la sensazione che la competizione sia una collaborazione orientata alla creazione di valore (a tal proposito, invito alla lettura dell’articolo La definizione di valore). La competizione è parte integrante della nostra vita personale e sociale. Si parla di competizione tra aziende in ambito economico, così come competere è un verbo che fa parte della vita professionale e sportiva.
Ritengo che il concetto di competizione in questi campi si sia molto allontanato da quello che l’etimologia rappresenta. Quasi sempre gli attori della competizione si percepiscono reciprocamente avversari, ognuno cerca il proprio vantaggio a scapito degli altri, e non di rado la competizione si trasforma in conflitto. Sempre di più la parola competizione affonda le proprie radici nel famoso detto latino Mors tua, vita mea.
Oggi sono felice di condividere un’esperienza di sana competizione sportiva. Ieri sera sono andato a Piacenza per assistere alla semifinale del campionato italiano di pallavolo, tra le squadre di Piacenza e Trento. Una partita molto sentita, con due squadre ricche di campioni olimpici, mondiali, europei e giovani di talento.
Ho percepito l’atmosfera sanamente competitiva appena arrivato al palasport. Non ho visto forze dell’ordine a presidiare la viabilità, tutti gli spettatori sono entrati pacificamente da un unico ingresso, non c’è stata alcuna perquisizione. Una volta entrati in palestra, ognuno si è accomodato al proprio posto numerato (io ero a tre metri dal campo di gioco), senza barriere né personale di sicurezza.
La partita è stata bella e avvincente, ricca di gesti tecnici di alto livello, di agonismo, rispetto e educazione. Ognuno ha incitato la propria squadra, senza fischi né insulti contro gli avversari.
E’ stata una partita molto intensa agonisticamente, terminata 3-2 per Trento dopo circa 2 ore e mezzo. All’inizio del quinto set ci sono state un paio di decisioni arbitrali contestate, con un paio di proteste sopra le righe punite rispettivamente con cartellino giallo e rosso (in questo caso si è trattato di un’intemperanza di un dirigente in panchina che, appena ricevuto il cartellino, si è allontanato dal campo senza protestare). Anche questi momenti più tesi sono stati vissuti con equilibrio sia dai protagonisti in campo sia dal pubblico, non hanno lasciato strascichi di nervosismo, e la partita ha ripreso come se nulla fosse accaduto.
Ecco il valore della sana competizione sportiva. Confrontarsi aspramente dando il meglio di sé, e offrire al pubblico non solo bellezza sportiva, emozioni, ma anche esempio di rispetto degli avversari e dell’arbitro. E alla fine ognuno è tornato a casa con la sensazione di aver partecipato e contribuito ad un evento di valore.